Intervista a Christiane Alberti, presidente l’Ecole de la Cause Freudienne di Patricia Bosquin-Caroz, direttrice del Congresso PIPOL 8

Patricia Bosquin Caroz — In Francia, si è parlato recentemente di interdire la psicoanalisi nel trattamento dell’autismo? Che cosa è successo?
Christiane Alberti — Nel voler « condannare e vietare» la psicoanalisi « in tutte le sue forme » nella presa in carico dell’autismo, il progetto di risoluzione presentato all’Assemblea Nazionale dal deputato Fasquelle e dibattuto l’8 dicembre scorso, è apparso immediatamente come un testo liberticida senza precedenti. Si trattava chiaramente di una violazione delle libertà fondamentali care al nostro paese, « patria dei diritti dell’uomo » : libertà di pensiero, libertà accademica, libertà di scegliere il proprio metodo di cure e di educazione…
Anche limitandosi al trattamento dell’autismo, questo testo fondamentalmente autoritario, non ha equivalenti se non nei regimi totalitari. Nessuna democrazia, nessuno stato di diritto aveva mai osato formulare una tale interdizione aggravata da una condanna del tutto morale.
Questa risoluzione è contraria alle prudenti raccomandazioni dell’HAS che hanno classificato la psicoanalisi tra i metodi « non consensuali », e mai tra i « non raccomandati ». Contrariamente a ciò che è stato affermato, il progetto s’appoggia, in fatto di scienza, su una vulgata scientista che esige che una sola corrente di pensiero, gruppo di pressione interessato, sostenuto da potenti lobbys internazionali, regni sovrano : quello che assicura la promozione ed il mercato delle terapie cognitivo-comportamentali
PBC —L’Ecole de la cause freudienne si è mobilitata molto rapidamente contro questo progetto liberticida. Quale è stata la sua azione ?
CA — L’Ecole de la cause freudienne, con l’ Institut de l’Enfant, ha preso l’iniziativa di una lettera ai deputati, sostenuta da 102 primi firmatari qualificati, lettera che si è trattato di far conoscere, diffondere, firmare. Il nostro primo obiettivo è stato di impedire il voto di questa risoluzione. La mobilitazione si è rivelata enorme fin dall’inizio, con una costante spinta mai indebolita. I mezzi dispiegati, numerosi e allertati, hanno suscitato uno slancio e uno spirito innegabili che indicano che una tale iniziativa di risposta era attesa, e che i nostri colleghi erano ben decisi a combattere con tutti quelli che volevano vietare la psicoanalisi. La petizione ha raccolto in una decina di giorni più di 20000 firme. Si è incontrato un desiderio.
È stato creato un blog per segnalare la petizione, www.cause-autisme.fr, poi arricchito in pochi giorni di un florilegio di articoli e di rubriche. È stato istituito un account Twitter @lacauseautism così come una pagina Facebook.
Congiuntamente a questa mobilitazione, le delegazioni regionali di 17 ACF sono andate sistematicamente ad incontrare dei deputati, per illuminarli, informarli, allertarli, contando sul fatto che si sarebbero opposti a questo testo illiberale ed oscurantista. Un’edizione speciale del Nouvel Ane è stata realizzata in due giorni e distribuita a ciascuno dei deputati e senatori. Nessuno, nell’Ecole e nell’Institut de l’Enfant, ha risparmiato le sue forze per fare sentire la posta in gioco cruciale in questo voto.
Questa mobilizzazione popolare è stata decisiva. La risoluzione N°4134 che invita il governo « a condannare e vietare la pratica della psicoanalisi in tutte le sue forme nella presa in carico dell’autismo » è stata rifiutata dal voto della maggioranza dei deputati partecipanti al voto. L’episodio di questa risoluzione è stato chiuso. Ma la battaglia resta. In effetti, per chi ha seguito il dibattito che si è tenuto l’8 dicembre all’Assemblea Nazionale, non è tanto chiaro se il testo fosse stato meno oltraggioso e più rispettoso di certe condizioni giuridiche, non avrebbe suscitato lo stesso rifiuto, poiché il suo orientamento generale suscitava le adesioni di alcuni che hanno poi votato per il no.
PBC — La vostra azione ha pesato molto sulla bilancia, avete potuto evitare che un governo condannasse la psicoanalisi e tuttavia non sembrate rassicurata. Proseguirete con la battaglia ?
CA — La presa in carico dell’autismo è sicuramente diventata una scottante questione sociale, vedendo la precipitazione degli eventi che questo voto ha generato : articoli nei giornali, nella stampa elettronica, menzioni e commenti in diverse radio. Prese di posizione politiche, audizioni all’Assemblea Nazionale. Questa risoluzione costituisce una nuova stigmatizzazione dei soggetti autistici e degli psicoanalisti. Quelli che l’hanno sostenuta speravano senza dubbio di scivolare allegramente su un’onda di disinformazione senza precedenti che accumula pregiudizi e contrasta verità sulla psicoanalisi : che gli psicoanalisti non lavorino con i genitori, colpevolizzino le madri, vogliano rinchiudere i bambini autistici… Ciò si traduce, in particolare nelle istituzioni, in una vera caccia alle streghe.
Sì, altre battaglie s’annunciano per la causa dell’autismo e per la psicoanalisi. Il Blog La cause de l’autisme www.cause-autisme.fr intende contribuirvi. Il suo obbiettivo: informare, mobilitare, condividere, far conoscere.
Il Blog raccoglie già una rete di corrispondenti nelle regioni. Poiché la presa in carico dell’autismo conosce una situazione molto preoccupante. Delle gravi carenze nella presa in carico e accompagnamento degli autistici sono innegabili e dobbiamo costituire un luogo a cui indirizzarsi affinché queste mancanze e le sofferenze che esse generano possano dirsi. Questo Blog vuole contrastare l’offensiva che tende a vietare la psicoanalisi. Esso può essere una base per questa controffensiva.
PBC —Lei evoca un offensiva…
CA — Poiché in definitiva è proprio quello che era in gioco in questa risoluzione: un’offensiva senza precedenti che mira a vietare la psicoanalisi, dallo spazio pubblico inizialmente. Essa rivela che l’autismo è un cavallo di Troia per i TCC. Ma perché, come ha detto così bene Jean-François Cottes, « hanno bisogno dei poteri pubblici, del governo, dell’Assemblea Nazionale per assicurare la loro promozione e anche per farsi imporre con la forza? ».
Diciamo che le TCC incarnano il metodo, la retorica, il discorso che conviene all’ideologia della valutazione. E la valutazione appare oggi come la sola ideologia consistente che nel campo accademico, sanitario e sociale, incontra come solo blocco la psicoanalisi, in quanto essa si fonda, si trasmette, via transfert. Che si potrà contro la forza del transfert ?
Da parecchi anni, l’Ecole de la Cause Freudienne attraverso le sue Journées di studio, i suoi mezzi di diffusione numerica, mirano a rendere più visibile, leggibile ciò che oggi è la pratica della psicoanalisi: una pratica rigorosa e controllata, in costante evoluzione. Questo accento tiene conto del contesto attuale dell’Ecole, il suo contesto diretto, ossia il campo psy. Si tratta di fare un bilancio dell’evoluzione di questo contesto, questi ultimi dieci anni, da quando alle istituzioni hanno imposto di camminare al passo della biopolitica. La psicanalisi non dispone più degli intermediari che ha avuto durante dei decenni, nel campo universitario. E il contesto accademico ci è sfavorevole, considerando le politiche pubbliche relative ai campi sanitario e medico-sociale. Si tratta di compensare questo deficit con la diffusione e nell’indirizzarsi. Da qui la sfida di misurare e comprendere l’ampiezza della valutazione e delle sue conseguenze. «Era fatale che gli psicoanalisti si scioccassero con i valutatori » aveva avanzato J.-A. Miller in Volete essere valutati ?
PBC — E ora?
CA — Nel dicembre 2016, tutto un popolo si è levato per dire no all’interdizione della psicoanalisi. È un’onda che si amplificherà e che avrà un seguito…
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